IL GIOVANE HOLDEN di JEROME DAVID SALINGER

IL GIOVANE HOLDENNon uno scrittore qualsiasi. Jerome David “J.D.” Salinger, l’autore de Il giovane Holden, è un mito della letteratura contemporanea. Divenuto leggenda anche per la scelta “estrema”, di ritirarsi, pochi anni dopo la pubblicazione del suo capolavoro (1951), nella casa di campagna a Cornish, nello Stato del New Hampshire, in isolamento totale, fino alla sua morte avvenuta nel 2010 all’età di 91 anni. Si può dire che inventò gli adolescenti inquieti e  Holden Caulfield è forse l’adolescente più famoso del mondo. Ma il buon vecchio Holden non è un adolescente “cattivo”, anzi è proprio commovente. È un sacco di cose ma, prima di tutto, è un maledettissimo, simpaticissimo, tenerissimo tipo. Per la sua età ha già capito tante cose: solo che lui lo sente, ma non lo sa ancora fino in fondo e quindi non sa neanche che cosa fare di se stesso e a quasi tutti sembra solo molto incasinato. Sente che le persone vengono prima delle cose, la realtà viene prima della finzione (cinema, teatro e messe in scena varie), il singolo, l’individuo, viene prima del gruppo, cioè di quelli che “fanno lega tra loro”, e poi che i morti possono essere più importanti dei vivi. Ma è solo, veramente solo contro tutti, le persone a cui forse sarebbe anche disposto a prestare attenzione in realtà di lui se ne fregano, anche quelle con cui ha più a che fare. E tanto più le persone sono grandi e adulte, importanti e sistemate, tanto più sono odiose. Vorrebbe cercare di farglielo vedere a quelli lì, che lui ha le palle, ma sono tutti troppo occupati con se stessi per dargli ascolto, vanno tutti proprio nella direzione opposta alla sua, e così anche il coraggio va a farsi benedire. Molti di questi pensano che il buon Holden deve essere un po’ matto tanto che, spesso, pure lui lo pensa di se stesso. Se non fosse per Phoebe, l’adorata e adorabile sorellina, anche tra quelli della sua età, che frequentano quei maledetti college, da cui lui viene sistematicamente sbattuto fuori, o tra quelle benedette ragazze, carine o meno che siano, non ce n’è uno o una che si salvi, con cui si riesca cioè a dire due parole intelligenti o a cui gliene freghi veramente qualcosa di te. Nessuno si fa domande strane, un po’ fuori dal comune come, per esempio, che fine fanno le anatre nel laghetto di Central Park quando d’inverno il laghetto ghiaccia. Oppure come quella volta che s’inventa di proporre a quella Sally Hayes di scappare con lui nel Vermont a spaccare legna e a vivere in una casetta di legno vicino a un ruscello e quella poco ci manca che gli viene un colpo. Al nostro piccolo grande Holden le idee non mancano, nemmeno la voglia di tirarsi fuori da quella maledetta depressione che la gran parte delle cose e delle persone che lo circondano gli fa venire. Ma più ci prova e più quelli lo ributtano indietro. Per quanto riguarda Dio è un po’ un casino perché i suoi “genitori sono di religione diversa, e in famiglia tutti noi figli siamo atei”, anche se, a quelle due suore così gentili, il nostro Holden i 10 dollari glieli ha dati di cuore. La scuola poi, il nostro vecchio Holden la odia, parole sue, come odia “vivere a New York”, come odia “di essere presentato a dei palloni gonfiati”, e come odia tutta quella gente che ha “il pallino delle macchine”, che “se prendono un nuovo modello già pensano di cambiarlo con un altro ancora più nuovo”.
Figuriamoci poi l’esercito: come gli disse un giorno suo fratello, è che “nell’esercito c’erano tanti di quei bastardi da far concorrenza ai nazisti”. Insomma “se c’è un’altra guerra, tanto vale che mi prendano e mi mettano davanti al plotone d’esecuzione”.
Ma se può il nostro Holden è pronto a darti una mano, è generoso, non sta troppo a pensare neanche ai soldi, anzi li perde pure. E poi gli piace ballare ed è anche bravo, gli piace bere e regge anche bene l’alcool. E poi è ancora vergine, ma non è molto contento di questo, tanto che al vecchio Carl Luce dice chiaro e tondo: “Ho una vita sessuale che è uno schifo.”
Insomma, da tutto quanto si capisce che Holden non è uno arrabbiato, è che lo fanno arrabbiare, non è uno disincantato, è che lo fanno disincantare, non è un cinico, è che lo fanno diventare cinico, anche se però questo non gli riesce per niente bene, perché, che lui lo sappia o no, resta un maledettissimo, simpaticissimo, tenerissimo tipo, che ha una gran voglia di voler bene e di essere voluto bene.

In due parole: ciao Holden Caulfield, ti voglio bene.

Scheda di RAFFAELE SANTORO

JEROME DAVID SALINGER
IL GIOVANE HOLDEN

Editore: EINAUDIAGGIUNGI AL CARRELLO
Traduzione di Adriana Motti
Prima edizione italiana: 1961 (Mondadori)
Numero di pagine: 238
Prezzo: € 12,00
NICEPRICE € 10,20 – SCONTO -15%


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