IL MANOSCRITTO di STEVEN GREENBLATT

IL MANOSCRITTOStephen Greenblatt, docente di letteratura inglese a Harvard, è già noto ai lettori italiani per un bellissimo libro su Shakespeare. Ora da Rizzoli, nella collana “I sestanti” diretta da Paolo Mieli, esce un nuovo gioiello: Il manoscritto. Un saggio narrativo su Poggio Bracciolini, il grande umanista che nel 1417 scoprì in un’abbazia tedesca, forse quella benedettina di Fulda, il De rerum natura di Lucrezio. Il libro è la storia di questo ritrovamento, e la storia degli effetti rivoluzionari che esso ebbe sulla cultura europea.

Ma Poggio Bracciolini, chi era costui? Il De rerum natura? Gli umanisti? Pregherei l’eventuale lettore di questa nota di desistere dalla tentazione che già vedo affiorare nella vibratilità delle sue dita sulla tastiera: resti ancora un attimo, non passi subito ad altro.

Perché qui siamo davanti a un grande libro, di alta e piacevolissima divulgazione, come nei saggi migliori degli storici delle “Annales”: Duby, Le Goff, Braudel ecc. O come nel mitico Civiltà sepolte, per anni e anni bestseller einaudiano. Perché Poggio Bracciolini ebbe una vita avventurosa: oltre a viaggiare instancabilmente per l’Europa, cercando, scoprendo e trascrivendo codici dei classici latini e greci dimenticati nelle biblioteche di monasteri e abbazie, soggiornò per quasi quattro anni in Inghilterra come segretario del vescovo di Winchester, zio di Enrico V di shakespeariana memoria; mise al mondo quattordici figli con l’amante e cinque con la giovanissima moglie sposata a cinquantasei anni; fu al servizio di otto papi, fra cui il temibile Giovanni XXIII, al secolo Baldassarre Cossa, corsaro di Procida assurto al soglio di Roma in un periodo in cui già c’erano altri due papi (sì, succedeva anche questo in quegli anni sanguigni), lo spagnolo Benedetto XIII e il veneziano Gregorio XII. Costretto dall’imperatore a indire il Concilio di Costanza per risolvere la situazione, il Cossa arrivò in tempo a mandare sul rogo il riformatore Jan Hus e il suo seguace Girolamo da Praga prima di essere incriminato per simonia, sodomia, stupro, incesto, tortura e omicidio (tra l’altro pare avesse avvelenato il suo predecessore), più altri reati ancor più scandalosi e mai resi pubblici. Fu deposto nel 1415 e il suo nome cancellato dall’elenco dei pontefici ufficiali (e infatti fu poi adottato nel 1958 dal cardinale Angelo Roncalli). Ma le astuzie, le fughe, i travestimenti, i nascondigli di Cossa sono raccontati come in un romanzo di Dumas, fino al perdono dopo soli tre anni di carcere, il successivo cardinalato a Firenze e la tomba a opera di Donatello nel Battistero. Così come degni di una commedia rinascimentale sono i bisticci, le rivalità, le gelosie degli umanisti alla corte pontificia. Bracciolini e Valla si litigarono e si insultarono per tutta la vita. Poggio, ormai ultrasettantenne, venne addirittura alle mani con Giorgio di Trebisonda per una questione di traduzioni di testi classici e, dopo essersi preso un pugno dal più giovane rivale (cinquantasette anni), lo afferrò “per la guancia e per la bocca con una mano mentre cercava di cavargli un occhio con l’altra”. Giorgio pare non reagisse troppo violentemente se poi scrisse al contendente: “A ragione avrei potuto morsicarti le dita che m’infilasti in bocca; non lo feci. Giacché io ero seduto e tu in piedi, pensai di strizzarti i testicoli tra le mani e così stenderti; non lo feci.” Ecco, di storie così è ricco il libro di Greenblatt, che ci offre un quadro vivace dell’umanesimo da Petrarca e Coluccio Salutati in poi.

Ma non c’è solo questo. Altrettanto avvincente è la vicenda della riscoperta di Lucrezio, l’analisi dei temi fondamentali del suo poema, la rivalutazione dell’epicureismo. Il De rerum natura è uno splendido testo letterario (reperibile in molte collane di tascabili; ottima la traduzione negli Oscar, ma generalmente sono tutte buone), ma è anche un trattato di filosofia epicurea che contribuì, insieme con la Riforma protestante, alla formazione del moderno. Il materialismo, l’invito alla ricerca della felicità, a non aver paura della morte, a vivere sobriamente i piaceri che la natura offre, a non temere la divinità sono tutti motivi che, lontanissimi dalla concezione cattolica del tempo, influenzarono però tutta la cultura europea: Machiavelli, Montaigne, Shakespeare, Giordano Bruno, Galileo, Newton, Leopardi, Nietzsche… fino a Jefferson tutti furono appassionati lettori del grande poeta latino. E Greenblatt ripercorre come in un romanzo giallo il filo rosso di questa duratura fortuna.

Il libro è tradotto, benissimo, da Roberta Zuppet, e ha un indice dei nomi ben costruito: cosa ormai rara.

In due parole: un saggio davvero avvincente come un romanzo (di quelli belli).

Scheda di GIANANDREA PICCIOLI

STEVEN GREENBLATT
IL MANOSCRITTO

Traduzione a cura di Roberta Zuppet
Editore: RIZZOLIAGGIUNGI AL CARRELLO
Numero di pagine: 368
Prezzo: € 22,00
NICEPRICE € 18,70 – SCONTO -15%


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