UNA COSA DIVERTENTE CHE NON FARÒ MAI PIÙ di DAVID FOSTER WALLACE

UNA COSA DIVERTENTESulla vita, le opere, il genio e la morte di David Foster Wallace sono già stati spesi fiumi di inchiostro, aggiungere qualcosa appare un atto di presunzione fuori dalla mia portata. Resta però il desiderio di consigliare la lettura di un suo scritto, tra tutti forse quello che preferisco: Una cosa divertente che non farò mai più. (Confesso di non aver letto tutti i libri di Wallace, mancano all’appello soprattutto le 1400 pagine di Inifitive Jest, da molti considerato il suo capolavoro, che mi riprometto di affrontare questa estate.)

Per non rimanere in balia del proverbiale fiume succitato cerco di stringere il timone e provo a riassumere qualcosa. David Foster Wallace nasce a Ithaca, cittadina dello stato di New York nel 1962 e a soli 25 anni esordisce con La scopa del sistema, romanzo che porta alla luce un talento letterario davvero fuori dal comune, a cui seguirà due anni dopo La ragazza dai capelli strani, una raccolta di racconti spesso indicata come il suo manifesto poetico. Wallace diventa immediatamente un autore di culto, capace di spaziare, apparentemente senza alcun limite, tra stili, tematiche, forme del racconto, linguaggi fra i più diversi. Solo la morte, ad appena 46 anni, spegne la voce di un autore considerato fra i più grandi della letteratura americana(1).

Tra i molti linguaggi, Wallace ha spesso preferito quello del reportage dando alle stampe racconti forse tra i suoi più belli. È il 1995 quanto la patinatissima rivista americana Harper’s commissiona al giovane scrittore una reportage, appunto, su una settimana di crociera extra-lusso “7 Notti ai Caraibi” a bordo di una nave per soli ricchi. Wallace, cappellino da baseball calato sugli occhi, salpa, riempie il suo letto di taccuini in cui annota tutto e sbarca infine con il meraviglioso Una cosa divertente che non farò mai più. Centocinquanta pagine esilaranti(2) in cui l’autore racconta il viaggio, i passeggeri viziati dai comfort, le animazioni talmente eccessive da sembrar surreali, il fenomeno pop delle crociere extra-lusso, il turismo di massa, e se stesso dentro l’assurda bolla di un’allucinata vacanza per mare. L’occhio di Wallace si apre spietato ma complice e attentissimo a ogni dettaglio al limite del maniacale. La sua cronaca è talmente precisa, potente, visionaria e ricca da lasciarci la certezza, una volta finito il libro, che siamo stati a bordo della Zenith tra trenini al ritmo di Conga, riccastri di ogni risma e di non volerci salire mai più.

1 ll New York Times è arrivato a definirlo “Émile Zola post-millennio”: non è poco.

2 Garantisco che “esilarante” non è un termine eccessivo.

P.S. se vi siete chiesti il perché delle note a piè di pagina significa che non avete mai letto Wallace. Cominciate subito con Una cosa divertente che non farò mai più.

In due parole: cronaca di un delirio perfettamente organizzato.

Scheda di ANDREA TOGNASCA

DAVID FOSTER WALLACE
UNA COSA MAGNIFICA CHE NON FARÒ MAI PIÙ

Traduzione di Gabriella D’Angelo e Francesco Piccolo
Editore: MINIMUM FAXAGGIUNGI AL CARRELLO
Anno di pubblicazione: 1997
Numero di pagine: 164
Prezzo: € 15,00
NICEPRICE € 12,75 – SCONTO -15%


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