AUTOBIOGRAFIA di BORIS PASTERNAK

AUTOBIOGRAFIAScritta nel 1957, inizialmente come introduzione a una nuova raccolta di poesie inedite, questa autobiografia ci fa precipitare, ad apertura di pagina, nella Russia di fine ‘800.

Boris Pasternak (1890-1960) rievoca gli anni della sua infanzia, con una scrittura magistrale, fortemente evocativa. Il primo ricordo è del 1894 – Boris aveva quattro anni – e in braccio alla madre, dal balcone, vede una grande cerimonia ufficiale: la traslazione delle spoglie dell’imperatore Alessandro III. Davanti all’imperatore Mosca si levava il cappello, si faceva il segno della croce, mentre da ogni parte giungevano i rintocchi funebri delle campane… Allora “apparve la testa di un interminabile corteo, le truppe, il clero, i cavalli con gualdrappe e pennacchi neri…”.

L’appartamento in cui viveva allora la famiglia Pasternak era di proprietà dello Stato, e si trovava accanto alla Scuola di pittura, architettura, scultura, dove insegnava il padre Leonid, e dove una sera mai dimenticata giunse Tolstoj per assistere a un concerto. La madre di Boris era musicista e forse suonarono il trio di Tchaikovsky che era morto da poco… ma per Boris, bambino che si svegliò nella notte per quei suoni e che si sentì abbandonato dalla madre, quel ricordo segnò il passaggio dall’infanzia senza ricordi alla memoria dell’infanzia. In quegli anni il padre, che ben presto entrò a far parte dell’Associazione dei pittori russi, lavorava in un locale molto luminoso, ricavato dalla cucina, e da lì preparava le illustrazioni per Resurrezione, il romanzo di Tolstoj che usciva a puntate sulla rivista Niva, a Pietroburgo. Tolstoj rimaneggiava le bozze fino all’ultimo, Leonid Pasternak doveva lavorare in fretta: i disegni si spedivano di volta in volta, con l’aiuto della brigata dei capitreno degli espressi della linea Nikolaevskaja. Uno di questi capitreno con il cappotto di servizio attendeva i disegni sulla soglia della cucina. Sul fornello cuoceva la colla da falegname che serviva a fissare i disegni sul cartone. Venivano poi impacchettati e sigillati con ceralacca e infine consegnati. Questo episodio è un magnifico pezzo letterario, insieme ad altri, come la descrizione della casa in campagna, il bosco inondato dalla musica di Skriabin, vicino di casa, che spesso passeggiava discutendo con il padre di Boris: Boris dodicenne non capiva nulla, ma era affascinato da quella musica, amava Skriabin “fino alla follia” e, dopo quell’estate, per sei anni studiò musica: nessun dubbio sul suo destino di futuro compositore… Da ricordare anche, dopo l’annuncio della Rivoluzione del 1917, il racconto del viaggio notturno, verso Mosca, in kibitka, un carro coperto montato su pattini… la sonnolenza, il biancore della coltre nevosa, lo scintillio delle stelle e “una stazione di posta nel bosco, come nelle favole coi briganti…”.

In questo “saggio di autobiografia”, l’autore, dopo aver lasciato spazio all’infanzia e all’adolescenza ( gli studi delle lingue, del Tedesco e del Greco, i soggiorni a Berlino), procede per ritratti, rapidi profili, per “esigenza di brevità”: quello di Mayakovskij, di Esenin, di Ehrenburg, di Rilke, della Cvetaeva (“donna di spirito virile, alacre, risoluto, battagliero e indomabile…”). Il libro ha curiosamente due conclusioni: nella prima Pasternak dichiara perché si è fermato agli anni Venti: “Basta quello che ho scritto a illuminare come, nella mia storia personale, la vita sia diventata creazione artistica”, che l’autore legge come preparazione alla sua fatica principale “l’unica di cui non mi vergogno”, Il Dottor Zivago. Nella seconda conclusione, amareggiato per le polemiche suscitate nell’Urss dalla pubblicazione all’estero del Dottor Zivago (prima pubblicazione italiana, nel 1957 in anteprima mondiale, per l’editore Feltrinelli), prende le distanze dalla letteratura “vile e spudorata” del suo tempo.

L’autore ebbe il premio Nobel per la letteratura nel 1958 e non lo poté ritirare: per tutta la vita aveva vissuto in disparte, a Peredelkino, nei pressi di Mosca, senza mai volersi accattivare la simpatia delle autorità sovietiche.

In due parole: l’autobiografia breve, di grande suggestione, di un Maestro del Novecento.

Scheda di GABRIELLA D’INA

BORIS PASTERNAK
AUTOBIOGRAFIA

Editore: HOEPLIAGGIUNGI AL CARRELLO
Numero di pagine: 137
Prezzo: € 7,00
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