IL BATTITO D’ALI DELLA FARFALLA

LA LOTTA DI CLASSE DOPO LA LOTTA DI CLASSESiamo come in apnea, in Italia e non solo. Privi di punti di riferimento, delusi, sospesi nell’incertezza per la mancanza di futuro e la paura di non farcela. La sensazione è che il mondo cosiddetto globalizzato sia sull’orlo del baratro, che basti un nulla, il famoso battito d’ali della farfalla, per farlo precipitare nell’orrore. Ma forse anche per recuperarlo, senza le bulimie del passato: dipende da dove la farfalla batte le ali

Per aiutarci a capire arrivano ora due libri di impostazione molto diversa ma entrambi efficacissimi a rendere lo stato di attesa in cui siamo. Il primo è di Luciano Gallino, intervistato da Paola Borgna (La lotta di classe dopo la lotta di classe). Gallino è sociologo di fama, autore di libri ormai classici, di orientamento lib-lab: quindi, coi tempi e coi governi su piazza, sembra un pericoloso sovversivo. Infatti riesuma la buona vecchia lotta di classe, quel conflitto fra capitale e lavoro che a molti sembrava ormai anticaglia da rigattieri. Solo che, se fino agli anni Settanta si era prodotta una redistribuzione verso il basso delle risorse, ora la lotta di classe, con la declinazione del capitalismo in chiave neoliberista e senza regole, la stanno vincendo le élites finanziarie. Élites globali, responsabili con le loro speculazioni della crisi economica planetaria e ormai incompatibili con la democrazia, se anche gli Stati (non solo quelli detti un tempo del Terzo Mondo, ma anche la Grecia o l’Italia o gli stessi Stati Uniti, dove Obama è condizionato dal capitalismo finanziario) obbediscono ai loro diktat: si corrompe il ceto politico in molteplici modi, si cancellano i diritti, si distrugge l’ambiente.  Gallino controbatte una per una le tesi care al pensiero dominante nei media e nella chiacchiera, anche accademica, e propone ricette di collaudato buon senso keynesiano per uscire dall’impasse.

NOI SIAMO LA RIVOLUZIONEL’altro libro raccoglie sette racconti di situazioni diverse e lontane (Arabia Saudita, Sud della Thailandia, India, Bhutan, Etiopia, Tunisia e Catanzaro) in cui il/la protagonista offre lo spunto narrativo per un’analisi geopolitica del paese, un po’ alla Kapuśiński. L’autore, Federico Fubini, è uno dei migliori giornalisti economici italiani, che ha già espresso in precedenti reportage un indubbio talento di scrittore. Il titolo, Noi siamo la rivoluzione, è un po’ sviante: allude all’anticonformismo dei protagonisti rispetto al contesto storico e sociale in cui vivono, alla loro capacità di reagire alle situazioni o di ribaltare il proprio destino, anche se sconfitti. Ma il filo conduttore del libro sembra essere proprio quella precarietà sospesa di cui si parlava all’inizio. La globalizzazione ha messo in connessione mondi che non erano destinati a incontrarsi, creando vasi comunicanti fra realtà lontane nello spazio e cronologicamente sfasate: arco e frecce fianco a fianco al computer. Ed ecco la storia di Eleni Gabre-Madhin creatrice ad Addis Abeba dell’Ethiopian Commodity Exchange, la borsa del caffè: una giovinezza errabonda fra Etiopia Kenia e Rwanda, laurea in economia alla Cornell University, borsa di studio a Ginevra, dottorato a Stanford col premio Nobel Douglass North, in fuga dall’Etiopia all’avvento del sanguinario Menghistu, già ben retribuita funzionaria della Banca Mondiale di Washington e poi rientrata in patria coi suoi due bambini a cercar di riscattare dalla miseria i coltivatori dell’altopiano etiopico, sfruttati dai mediatori globali e dalle grandi multinazionali che distribuiscono e vendono la preziosa bevanda che ci beviamo al bar sotto casa. Intanto, dalla piazza Meskal, decine di adolescenti partono nelle ultime ore della notte per correre, letteralmente, dietro il sogno di emulare Haile Gebrselassie, il grande vincitore di Olimpiadi e di Mondiali, ora proprietario di una catena d’alberghi.

Oppure Jigme Singye Wangchuck, sovrano del Bhutan, salito al trono ancora adolescente e a 51 anni ritiratosi a vita privata tra le sue adorate montagne, da cui sull’iPad segue il mondo. Il re buddista che riteneva la Felicità Nazionale Lorda più importante del Prodotto Nazionale Lordo, e che ha cercato di preservare indipendenza e tradizioni di un piccolissimo stato tra le montagne dell’Himalaya, 400 km di ghiaccio e vette a far da cuscinetto tra l’immensa Cina e la più invasiva India, alle prese al suo interno con una forte minoranza nepalese, quindi induista. Uno stato medioevale che Wangchuck ha portato nel cuore della postmodernità senza snaturarne caratteristiche e cultura. Un miracolo sospeso a 3000 metri di altezza e a un futuro fragilissimo.

Sono solo due esempi, e parziali, di un libro che andrebbe raccontato, e soprattutto letto, per intero. Facilitati, in questo, dalla scrittura dell’autore: secca, precisa, senza fronzoli, estremamente “visiva”, e dall’abile montaggio degli episodi, molto cinematografico, con un alternarsi nervoso di primi piani e campi lunghi. Affiancato a quello di Gallino, una mappa per capire dove siamo.
In due parole: due libri per capire dove siamo (dove andremo è un’altra storia).

Scheda di GIANANDREA PICCIOLI

LUCIANO GALLINO
LA LOTTA DI CLASSE DOPO LA LOTTA DI CLASSE

Editore: LATERZAAGGIUNGI AL CARRELLO
Numero di pagine: 222
Prezzo: € 12,00
NICEPRICE € 10,20 – SCONTO -15%

FEDERICO FUBINI
NOI SIAMO LA RIVOLUZIONE

Editore: MONDADORIAGGIUNGI AL CARRELLO
Numero di pagine: 190
Prezzo: € 17,50
NICEPRICE € 14,88 – SCONTO -15%


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