L’ANGELO DI AVRIGUE di FRANCESCO BIAMONTI

L'ANGELO DI AVRIGUEGuardare un paesaggio di Cézanne…

Osservare una natura morta di Morlotti…

Ascoltare la musica del silenzio di John Cage…

… e leggere un romanzo di Biamonti.

 

I romanzi di Francesco Biamonti, scrittore ligure, di quella Liguria di monte e di mare al confine occidentale con la Francia, sono romanzi di paesaggio dipinti dal loro silenzio. La trama e l’ordito dell’Angelo di Avrigue compongono una tela immaginaria che i personaggi attraversano, quasi muti, con dialoghi fatti di silenzio, ed è la natura che parla per loro, il vento disperde le parole. Il protagonista, un marinaio che ritorna nel suo paese, Avrigue, adagiato su uno sperone roccioso sempre dorato e ventoso con verdi, blu e azzurri, colori di un paesaggio di Cézanne, e il materico duro e aspro di una natura morta di Morlotti, ha lasciato il suo imbarco ed è fuggito dal “male di ferro”, sindrome di angoscia che attanaglia i marinai durante le lunghe traversate e che li spinge a raggiungere un punto sicuro sulla terraferma. Rifugio che spera di ritrovare nel suo paese natale che ama più del mare, dove il silenzio lo accoglie con sguardi e gesti e poche parole dette, non con dialoghi, ma con mormorii antichi di vegetali silenziosi, di fiori fragili, di linfa di terra umida che lo circonda. È un silenzio eloquente che lo accompagna nei suoi spostamenti e che lo spinge a chiedersi il perché di quell’aria distruttiva che aleggia in paese e del perché della misteriosa morte di un giovane. Incontra quattro donne abitate dalle loro ossessioni sullo stesso suo cammino di solitudine, ma che non possono annullare la sua né tantomeno la loro. Un giorno il silenzio si rompe e all’improvviso come negli intervalli della musica di John Cage dai carruggi si leva un canto religioso che accompagna la statua di San Sebastiano, protettore del paese, al cui albero del martirio è appeso un angelo con il capo fracassato per i continui passaggi sotto i bassi archi dei vecchi carruggi; un tempo brevissimo, poi il silenzio riprende il suo spazio e lo mette in ascolto dei moti, delle percezioni sonore interne del suo cuore, della sua mente; e qui il silenzio rinvigorisce. Forza che si rivela terribile verso le persone e le cose che forse ancora si amano. Forza che lo spinge a un nuovo imbarco, ancora sul mare, ancora verso un silenzio d’acqua.

Francesco Biamonti (1928-2001), erede di una tradizione ligure che va da Sbarbaro a Caproni a Montale, è uno scrittore della poetica del non detto, taciturno, secco come un osso di seppia. Il muro, la barriera di silenzio che permea i suoi personaggi è più eloquente di molte parole e raggiunge vette sublimi di narrazione.

La casa editrice Einaudi ha pubblicato, oltre all’Angelo di Avrigue (1983), Vento largo (1991), Attesa sul mare (1994), Le parole la notte (2003), Il silenzio (2003) e Scritti e parlati (2008).

In due parole: Il silenzio parla, le parole tacciono.

Scheda di CARLO MARTEGANI

FRANCESCO BIAMONTI
L’ANGELO DI AVRIGUE

Editore: EINAUDIAGGIUNGI AL CARRELLO
Prima edizione: 1983 (Einaudi)
Numero di pagine: 129
Prezzo: € 12,00
NICEPRICE € 10,20 – SCONTO -15%


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