ME PARLARE BELLO UN GIORNO di DAVID SEDARIS

ME PARLARE BELLO UN GIORNOForse è giunto il momento che la classe medica si fermi a riflettere e riconsideri la somministrazione degli antidepressivi. Forse è ora che sui loro ricettari comincino a prescrivere David Sedaris. Personalmente sono convinto che i suoi libri abbiano lo stesso effetto terapeutico di un farmaco, che le sue parole abbiano la stessa influenza sulla chimica del nostro cervello.

Stando alle vendite, molte persone nel mondo ne fanno già uso. Sono facili da riconoscere: se in metrò vedete qualcuno che legge con un sorriso sconcertato sulle labbra e a brevi intervalli è scosso da improvvise risate, ecco, probabilmente quel qualcuno sta assumendo del Sedaris.

Tuttavia la (prevedibile) controindicazione c’è: il Sedaris genera dipendenza, ne basta uno per entrare nel tunnel. La mia personale schiavitù è iniziata qualche anno fa con Me parlare bello un giorno, libro che lo scrittore, nato nel 1956 a New York da genitori greci, dà alle stampe nel 2000. Raccolta di racconti, ma ancor meglio raccolta di fatti successi all’autore e alla sua famiglia (tutta la sua opera in fondo è questo: un’interminabile saga familiare). È la vita nel suo manifestarsi più qualunque: episodi per nulla eccezionali, comuni a molti, che la penna di Sedaris racconta, osserva, riscrive con l’inchiostro dell’ironia, del sarcasmo più stringente e della divertita pietà.

È la lotta con il quotidiano di ciascuno che si trasforma qui in esilarante avventura, ridicola epica della routine sociale o familiare, e che finisce dolcemente per svelarci il grottesco del nostro incessante “andare e venire”.

Sedaris ammette spesso, non senza civetteria, di trovarsi talmente goffo e sostanzialmente inadatto alla vita da chiedersi come faccia ad andare avanti, eppure avanti ci va benissimo, a capofitto in situazioni sulle prime banali che repentinamente si trasformano, grazie ai protagonisti e all’occhio incantato dell’autore, in assurde imprese. Cade la maschera del “qualunque” svelando insidie quasi insormontabili: gap linguistici, paradossi emotivi, incomprensibili abitudini sociali, ingarbugliate dinamiche affettive e quant’altro fa le nostre vite.

È sufficiente leggere il primo racconto di questa raccolta, Forza Carolina, in cui un David in età scolare si trova a dover combattere con la propria incapacità nel pronunciare le “s” sotto le cure di una giovane logopedista, per aver chiaro il talento dello scrittore e la sua visione della bizzarria mondana.

Accennare ora agli altri racconti del libro sarebbe da guastafeste, un po’ come voler mettere le mani sulla maionese di un grande chef nell’illusione di non farla impazzire. Meglio lasciar godere al lettore in sacrosanta libertà la festa e la maionese.

Per chi come me si sente poco incline agli entusiasmi, resta difficile affermare che Sedaris è “un grande scrittore”, “un genio indiscusso!”, “un primato in seno alla letteratura americana!!” e infatti non lo dico. Dico solo che sul mio comodino i libri vanno e vengono, solo uno resta sempre lì e sulla copertina c’è il nome di David Sedaris. Perché ci sono certe sere in cui è impossibile levare il morale da sotto i tacchi e allora metto da parte le altre letture e sto ad ascoltare quello che mi racconta l’amico David, poi spengo la luce e se ci ripenso quasi mi scappa ancora da ridere.

P.S. Ho il sospetto che il Sedaris possa funzionare anche come analgesico, parlatene col vostro medico.

In due parole: posologia: 15 pagine, 1 o 2 volte al dì, libro non soggetto a prescrizione medica.

Scheda di ANDREA TOGNASCA

DAVID SEDARIS
ME PARLARE BELLO UN GIORNO

Editore: MONDADORIAGGIUNGI AL CARRELLO
Prima edizione: 2004
Numero di pagine: 268
Prezzo: € 15,00
NICEPRICE € 12,75 – SCONTO -15%


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