NOVELLA DEGLI SCACCHI di STEFAN ZWEIG

NOVELLA DEGLI SCACCHIUna grande nave passeggeri è in partenza da New York per Buenos Aires. Movimento e agitazione a bordo e i flash dei fotografi, anzi i lampi al magnesio, che ogni tanto guizzano nell’aria. A bordo c’è un personaggio famoso, “un uccello raro”, il campione mondiale di scacchi Mirko Czentovic. Un caso singolare, un ragazzo senza qualità, incapace di mettere insieme due frasi corrette, allevato per carità dal parroco del suo paese che, improvvisamente, rivela un talento per gli scacchi, dopo che aveva osservato molte volte il gioco, modesto, del suo parroco col maresciallo. Si apre per lui una vita nuova: ripulito e rassettato comincia a vincere concorsi e gare e tornei, fino ad arrivare, a 18 anni, a conquistare il titolo mondiale. La storia di Czentovic viene raccontata a chi narra sul ponte della nave, e il racconto di questo singolare personaggio attrae irresistibilmente il nostro narratore, che vuole entrare in contatto con lui, conoscerlo meglio, capire se veramente dietro a quel talento ci sia solo l’ottusità di un ragazzotto figlio di un battelliere. Pensa, quindi, di intrappolarlo, e inizia a giocare a scacchi, all’aperto, sulla nave, con volonterosi compagni di viaggio. Tra questi c’è l’ambizioso McConnor che, informato della presenza del campione, è ben deciso a chiedergli, umilmente, di giocare una partita con lui. Czentovic accetta, dietro lauto pagamento, ben duecentocinquanta dollari: tutti assieme gli scacchisti dilettanti contro di lui. Naturalmente il campione sbaraglia gli avversari con la mano sinistra… ma McConnor, non pago, chiede la rivincita (stesso prezzo…) ed è durante la rivincita, giunti alla diciassettesima mossa, di fronte a un’incredibile, in apparenza, opportunità per gli sfidanti, che un passeggero si accosta al gruppo e, in modo ansioso e quasi febbrile, guida le loro mosse, chiudendo la partita con un pareggio. Grande e misteriosa vittoria! Chi è il salvatore, l’abile scacchista in grado di battere il campione del mondo? Il nostro narratore, scovatolo sul ponte, entra in contatto con lui e si fa raccontare la sua storia. Si apre qui il cuore di questo piccolo libro, scritto agli inizi degli anni ‘40, l’opera più nota di Stefan Zweig, ebreo, austriaco, che riparò in Brasile per sfuggire al nazismo e che si uccise, in preda a una grande depressione, nel 1942 – era nato a Vienna nel 1881 – sopraffatto dall’orrore del “male assoluto” dilagante in Europa. E proprio del nazismo era stato vittima lo scacchista misterioso in grado di sfidare il campione, il dottor B. Prima dell’avvento di Hitler, il dottor B., avvocato di stimata famiglia austriaca, si occupava con il padre di gestire, in modo prudentissimo e quasi segreto, i beni dei grandi monasteri. Fornivano, inoltre, consulenza giuridica e amministrazione patrimoniale anche ad alcuni membri della famiglia imperiale. Quando Hitler prese il potere, iniziò, tra l’altro, a fare razzia dei beni ecclesiastici e della casa reale e il lavoro del dottor B. divenne molto pericoloso. Finché una spia della Gestapo, nel suo ufficio, fece sì che i nazisti lo catturassero e, con infinita e sofisticata crudeltà, lo tenessero prigioniero in un elegante hotel, in una stanza vuota con sbarre alle finestre, vuota di tutto, tranne che del letto e del lavandino. L’annullamento della persona, “la tremenda pressione del nulla” era più forte di una tortura, finché un giorno, in attesa dell’interrogatorio, il dottor B. vede sporgere, dalla tasca di un cappotto militare lì appeso, un piccolo libro. Per sopravvivere, per mettere qualunque cosa nel suo orizzonte vuoto, riesce a rubarlo ma, purtroppo, tornato nella sua camera si rende conto che si tratta solo di un manuale di scacchi, gioco per il quale da ragazzo aveva un interesse più che modesto. Prova in ogni caso a leggere, a immaginare la scacchiera, servendosi dapprima dei quadretti disegnati sul suo lenzuolo e costruendo le figure della scacchiera con mollica di pane. Gradualmente diventa sempre più abile, riesce a giocare mentalmente, a immaginare le partite del manuale, le ricorda tutte, gioca ogni giorno, sistematicamente, le 150 partite del libro, finché non hanno più segreti, né attrattiva. Allora sente di dover sfidare se stesso giocando l’Io bianco e l’Io nero, fino alla pazzia, fino alla schizofrenia: ricoverato in ospedale, aiutato da un medico potrà salvarsi. Non sveleremo il finale, l’ultima partita giocata dal dottor B. contro il campione del mondo: la tensione è in queste ultime pagine, ma è soprattutto nella descrizione elegantemente disperata dei mesi di segregazione. La partita vera è tra la cultura del vecchio mondo, dell’Europa devastata dal nazismo, della Finis Austriae e l’uomo nuovo, magari un po’ stereotipato, che non sa nulla di cultura, ma ha un solo talento, con il quale vive la vita, si arricchisce e gira il mondo. La novella degli scacchi, il gioco del re, è l’opera più amata di questo singolare autore, di cui è appena stato edito in nuova traduzione Paura. Zweig, coetaneo di Franz Werfel, entrambi notissimi autori degli anni trenta, è considerato il meno austriaco degli scrittori austriaci, più vicino alla cultura francese, grande amico di Paul Valéry, e rivela, ancora oggi, raffinato talento descrittivo, portando a noi l’immagine di lontani e dimenticati orizzonti.

In due parole: una singolare partita a scacchi, due mondi a confronto. Sullo sfondo il delirio nazista.

Scheda di GABRIELLA D’INA

STEFAN ZWEIG
NOVELLA DEGLI SCACCHI

Editore: GARZANTIAGGIUNGI AL CARRELLO
Traduzione di Simona Martini Vigezzi
Numero di pagine: 102
Prezzo: € 8,50
NICEPRICE € 7,23 – SCONTO -15%


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