PAURA di STEFAN ZWEIG

PAURAIrene Wagner è un’affascinante, giovane signora dell’alta borghesia fin de siècle o primo Novecento, ancora Belle Époque. Da alcuni accenni si evince che vive nella Vienna imperial-regia. È ricca, abita in una bella casa con servitù, ha due figli piccoli, il marito è un famoso avvocato il cui paternalismo, un po’ alla Helmer dell’ibseniano Casa di bambola, è corretto da un rigoroso senso della giustizia. Ha un amante, accettato quasi inconsapevolmente, più per noia o per vanità che per passione. Vive passivamente, nella “vacua operosità della gente inoperosa”. Il suo “quieto universo borghese” va in frantumi quando, uscendo dalla casa dell’amante, viene affrontata volgarmente da una donna che, mostrando di sapere molto di lei, comincia a ricattarla.

Tutto ciò lo apprendiamo, o intuiamo, dalle prime pagine della novella di Stefan Zweig Paura (1920). Ma raccontare il seguito sarebbe una baronata perché la vicenda è tesa come un incubo fino al colpo di scena finale. Si può però dire che l’angoscia di Irene, terrorizzata che il marito venga a sapere del suo tradimento, provoca in lei una presa di coscienza che potrebbe preludere a una catarsi: “Come acido nitrico, l’angoscia corrosiva aveva disgregato la sua vita scomponendola negli elementi costitutivi. Le cose ebbero di colpo un altro peso, tutti i valori erano capovolti e i rapporti rimescolati. Era come se fino a quel momento lei avesse proceduto nella vita solo a tentoni, in uno stato d’animo crepuscolare, con gli occhi semichiusi, mentre ora, all’improvviso, ogni cosa brillava dall’interno, terribilmente bella in tanta chiarezza.” C’è qualcosa di profondamente etico in questa consapevolezza nata dalla paura e dalla colpa: “A poco a poco la sua vita acquistò un nuovo senso: fra le cose si strinse una rete di rapporti, e in tutto ella ravvisò subitamente il lato serio e significativo. Da quando conosceva il pericolo, e con il pericolo un sentimento vero, aveva di colpo cominciato a percepire che qualsiasi cosa, anche la più estranea, le era affine.” Da una vita vuota e inconsapevole Irene passa a una presa d’atto della possibilità di un’esistenza autentica, nasce in lei un sentimento vero per il marito e i figli e con esso la vergogna. Braccata dalla ricattatrice, vagando freneticamente e come in trance per una città che le è diventata aliena, nel momento della disperazione abissale scopre per la prima volta, e quando forse è troppo tardi, che la vita può avere un significato. Credo sia questo il nocciolo della novella, la sua traduzione in termini non narrativi.

Stefan Zweig, ebreo austriaco cosmopolita, è stato un grande intellettuale europeo, oggi dimenticato. Nel 1942 si suicidò, insieme con la giovane seconda moglie in Brasile, dove, superstite di un mondo scomparso, si era rifugiato per sfuggire alle persecuzioni naziste.

Straordinario biografo, ottimo memorialista (la sua autobiografia, in realtà un ritratto d’epoca, Il mondo di ieri. Ricordi di un europeo, è un libro affascinante, pieno di nostalgia per lo splendido autunno dell’era absburgica), è più discontinuo come narratore. A volte è un po’ enfatico, troppo insistente, vuole dire tutto senza lasciar nulla all’immaginazione del lettore; a tratti descrive i suoi personaggi dall’esterno, come non si fidasse della sua capacità di renderli autonomamente in azione. Ma è efficacissimo nel raccontare i turbamenti dell’anima, le angosce interiori, le frenesie gli incubi i deliri delle passioni. E ha scritto alcune novelle di assoluto rilievo, come, a esempio, La novella degli scacchi o Amok.

Dai suoi racconti sono stati tratti più di venti film. Paura fu diretto nel 1954 da Rossellini, protagonista Ingrid Bergman, e con un giovanissimo Klaus Kinski in una particina en travesti. In Italia ne circolarono due versioni: la prima, nel 1955, fedele all’originale anglo-tedesco; la seconda, nel 1958, molto rimaneggiata nel montaggio e nel finale, disconosciuta dal regista.

In due parole: breve, serrato come un thriller ma molto più ricco ed economico.

Scheda di GIANANDREA PICCIOLI

STEFAN ZWEIG
PAURA

Editore: ADELPHIAGGIUNGI AL CARRELLO
Traduzione di Ada Vigliani
Numero di pagine: 113
Prezzo: € 10,00
NICEPRICE € 8,50 – SCONTO -15%


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