Tutto per i bambini di Delphine de Vigan

22E’ difficile riuscire a definire Tutto per i bambini di Delphine de Vigan se non con l’abusata espressione di “romanzo necessario”.

Non si poteva ignorare il bisogno di riconoscimento che traspariva da quelle immagini. Mélanie Claux voleva essere guardata, seguita, amata. La sua famiglia era un’opera, una realizzazione, e i suoi figli una specie di prolungamento di se stessa . La valanga di emoticon che riceveva ogni volta che postava un’immagine, i complimenti per il suo abbigliamento, per la pettinatura , per il trucco probabilmente riempivano un vuoto o una noia.
Oggi i cuori, i like, gli applausi virtuali erano diventati il suo motore, la sua ragione di vita: una sorta di ritorno su investimento di natura emotiva e affettiva di cui non si poteva fare più a meno.

Protagonista di Tutto per i bambini di Delphine de Vigan è Mélanie Claux, una donna trentenne che ha bisogno di essere vista.
Abbiamo tutti questo bisogno ed è un tema caro alla critica che permea la società della performance in cui siamo inseriti.

La vicenda di Tutto per i bambini di Delphine de Vigan è ambientata in Francia, eppure la globalizzazione ha reso tutto molto simile alla realtà sociale e culturale che viviamo anche in Italia.
Attraverso alcuni flashback vediamo un’adolescente Mélanie Claux affascinata dalla primissima stagione del Grande Fratello francese, un esperimento sociale all’epoca, là come quà.

Le persone entrate nella casa del Grande Fratello allora erano davvero sconosciute, all’uscita invece erano diventate famose.
Mélanie è affascinata da questa notorietà, e prova anche lei a partecipare a dei reality, ma è troppo nella media.

Poi arrivano i social media.

Come ricorda argutamente nel suo romanzo De Vigan, il tanto temuto Grande Fratello, quello di orwelliana memoria, viene accolto a braccia aperta in cambio dell’apprezzamento.

In apertura del romanzo Tutto per i bambini di Delphine de Vigan Mélanie Claux è una star di Instagram e di Youtube.
Ciò che sognava lo ha costruito passo dopo passo dopo la nascita dei suoi figli, a suon di video ben costruiti e di stories che ci portano nell’intimità della famiglia.

Quello che era cominciato come un bisogno di condivisione (o di riconoscimento?) e come un gioco è diventato un’impresa su cui si fonda l’intera famiglia di Mélanie.
Ma la fama ha un prezzo e la figlia di Mélanie è scomparsa, rapita proprio sotto casa mentre gioca a nascondino.

Qualcuno conosceva i movimenti della famiglia di Mélanie?
Sì, migliaia e migliaia di followers.

A indagare sulla sparizione è la polizia francese, dove la giovane Clara mette a disposizione la sua abnegazione e la sua grandissima capacità di concentrazione nel visionare e raccogliere tutti i documenti possibili.

Storia dopo storia, post dopo post, video dopo video, Clara apre il vaso di Pandora di quel particolare territorio dei social dove l’intimità è aperta a chiunque, dove i primi passi di un bambino non sono racchiusi tra le quattro mura della casa, ma possono essere visionati da chiunque.

Più Clara indaga, più l’universo di Mélanie e dei baby influencer le appare come una grande illusione di felicità.

Quali sono i punti di forza di Tutto per i bambini di Delphine de Vigan?

  1. Il meccanismo a orologeria tipico del romanzo thriller
  2. La perfetta conoscenza delle dinamiche che soggiaciono al mondo dei social media
  3. La critica

Costruito come i migliori romanzi thriller, Tutto per i bambini di Delphine de Vigan è quello che definiremmo un ottimo libro da gruppo di lettura.

Delphine de Vigan dimostra di conoscere con dovizia di particolari l’universo dei family blogging e le dinamiche dell’influencer marketing.
Non avvertiamo mai la voce dell’autrice, non possiamo dire con certezza cosa De Vigan pensi, ma attraverso l’esposizione pulita di fatti e il racconto di come funzioni il mercato degli influencer, ci si apre uno scenario tutt’altro che idilliaco.

Al di là di giudizi, di accordi e disaccordi, Tutto per i bambini di Delphine de Vigan è un libro perfetto per i gruppi di lettura.

Lo è proprio perché ci spinge a riflettere sul mondo che ci circonda.

Interessanti sono i parallelismi tra la massiccia presenza dei social media nella nostra vita e il fenomeno dei reality show nei primi dieci anni dei 2000.
Il Grande Fratello, di fatto, è entrato nelle nostre case, nelle nostre tasche.

Inquietanti sono i risvolti che ciò causa quando a entrare in gioco sono i bambini: quali sono le implicazioni nello sviluppo emotivo ed evolutivo quando si è costantemente sottoposti allo sguardo altrui? Quando la casa è invasa da regali per i tanto amati unboxing?

Dov’è il libero arbitrio, il rifiuto?
Esiste una tutela per i piccoli baby influencer al pari dei baby modelli o degli attori bambini?

Dietro cosa ci nascondiamo per motivare la scelta di mostrarci?
Quale è il perché delle nostre azioni?

Il costante bisogno di piacere, la necessità di essere visti per ciò che mostriamo (e non per ciò che siamo) dove ci conduce?
E’ giusto, è sbagliato, o semplicemente è e basta?

Cosa succede alla figlia di Mélanie lo scopriamo a due terzi del libro, il punto in cui il romanzo raggiunge il suo climax per nulla scontato.
Come per niente scontata è l’ultima parte del libro, con un’ambientazione e degli esiti imprevedibili.
O forse assolutamente prevedibili…

 

Da leggere insieme a Tutto per i bambini di Delphine de Vigan

Tutto per i bambini
Delphine de Vigan
Traduzione di Margherita Botto
Edito da Einaudi
Disponibile qui


Categories: Attualità, Blog, Letteratura, Narrativa

Tags: ,