GIORNALE DEL TEMPO DI GUERRA di MAGDA CECCARELLI DE GRADA

GIORNALE DEL TEMPO DI GUERRA“12-13 giugno (1940). L’urlo sinistro delle sirene d’allarme. Le prime volte fa una certa impressione nel buio della notte, ma la promiscuità e l’insicurezza dei rifugi consiglia di rimanere a letto o quanto meno in casa.”

Così ha inizio il Giornale del tempo di  guerra di Magda Ceccarelli De Grada (1892-1985); la sua è una famiglia particolare, infatti è moglie del pittore Raffaele De Grada, madre di Raffaellino De Grada, critico d’arte scomparso nel 2010, e di Lidia, che sposerà il pittore Ernesto Treccani. L’opera, pubblicata postuma, ha vinto nel 2010 il ventiseiesimo premio Pieve Santo Stefano, promosso dalla Fondazione Archivio Diaristico Nazionale.

Non solo di un diario si tratta: insieme agli aspetti più intimi e quotidiani, Giornale del tempo di  guerra restituisce uno scorcio di storia vissuta da un gruppo di intellettuali milanesi, e di fatto una storia di Resistenza.  Ci sono tanti testi sulla Resistenza, e in particolare sulla Resistenza a Milano, ma è l’intreccio degli aspetti culturali, legati all’ambiente artistico, con gli aspetti emozionali e quotidiani di una famiglia “allegra, litigiosa e turbolenta”, che rendono originale  questa testimonianza.

È il diario di una donna intelligente, libera nel giudizio, severa (chiamata ironicamente Catone il Censore o Savonarola), elegante nella scrittura (ha pubblicato molte raccolte di poesie), ostinata e idealista che non esita a dir male di famosi esponenti della cultura, venduti o adulati dal regime. Il diario è pressoché quotidiano, i quaderni  furono salvati e nascosti durante le perquisizioni fasciste: infatti il figlio Raffaellino era tenuto d’occhio per aver dato vita assieme a Ernesto Treccani a Corrente, il movimento milanese che si proponeva di rinnovare la cultura italiana. Ben presto il gruppo della Corrente si segnalò per antifascismo: Raffaellino fu arrestato per la prima volta nel 1938, e l’appartamento della famiglia De Grada, in Via Omboni a Milano, divenne centro di Resistenza. La passione con cui Magda Ceccarelli segue la politica, gli eventi  internazionali, la fede che pone negli ideali comunisti sono presenti in ogni pagina. Così, oltre alla guerra, troviamo l’antifascismo degli intellettuali e le domande sull’impegno, sull’esserci, sul lavorare, sul come lavorare. Si sente anche la mano di chi pratica la scrittura, di chi conosce letteratura e arte e colpisce la sicurezza, la decisione dei  giudizi sulla pittura (Carrà, Savinio, Manzù, Morlotti, Cassinari) sulla letteratura e sulla musica. Non solo cronaca di guerra, quindi, ma anche la storia di formazione e maturazione di una donna che porta avanti la famiglia e trema per il figlio seguendone con trepidazione le vicende:  prima di antifascista poi, dopo l’8 settembre, di resistente insieme, tra gli altri, a Giancarlo Pajetta e ad Eugenio Curiel fino ad assumere il comando militare della Brigata Brigata partigiana del Fronte per la liberazione di Firenze. Mentre il marito, amatissimo, è preso dalla sua arte (con tenerezza  lo definirà “un operaio della pittura”) e la figlia vive il suo amore per il futuro marito Ernesto Treccani, Magda Ceccarelli diventerà figura di riferimento per gli intellettuali, sarà vivandiera della Resistenza e compirà il prezioso lavoro di rifugiare, sostenere, aiutare.

Alla cronaca di vita durissima, col freddo, la fame, gli scioperi operai per il pane a Milano, si mescolano osservazioni politiche e notizie ascoltate alle radio clandestine; come, in data 22 giugno 1941: “La Germania ha dichiarato guerra alla Russia (…).  La grande patria socialista si è mossa (…) la nostra ora è giunta…”. Si arriva al fatidico 24 aprile 1945 e il lettore vive l’emozione di frasi come “C’è una strana euforia sui visi delle persone, nei gesti, nel passo (…).  Nulla è detto e tutto è sottinteso…” Il diario prosegue fino al 7 maggio 1945. Il Primo maggio giunge dalla Svizzera la figlia Lidia col bambino nato da poco (“il piccolo Garibaldi è tra noi, dolcezza del suo sorrisino sdentato”);  il 6 maggio: “issata su un camion in Piazza della Scala vedo sfilare il corteo dei partigiani (…) tante divise e colore e gioventù vera, non ‘giovinezza nero vestita’ ”.  Fino al 7 maggio: “È finita. È bello vivere e soprattutto aver vissuto così. Aver portato un piccolo contributo, un sacrificio di lacrime e d’azione. Aver aiutato a vincere. Essere stati nel vero. Essere stati onesti nella nostra fede (…) È la prima notte di pace.”

In due parole: la Resistenza del quotidiano, tra arte e letteratura, politica e storia vissuta.

Scheda di GABRIELLA D’INA

MAGDA CECCARELLI DE GRADA
GIORNALE DEL TEMPO DI GUERRA
12 GIUGNO 1940 – 7 MAGGIO 1945

Editore: IL MULINOAGGIUNGI AL CARRELLO
Prefazione di Melania Mazzucco
Numero di pagine: 320
Prezzo: € 23,00
NICEPRICE € 19,55 – SCONTO -15%


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